GESÙ DISSE: LA TUA FEDE TI HÀ GUARITO

IL SIGNORE OPERA PER MEZZO DELLA NOSTRA FEDE

La fede è l’ingrediente essenziale per avvicinarsi a Dio e ricevere anche risposta. Questo lo vediamo anche nelle guarigioni di Gesù. (Matt.9:20-29-35-36): 20Ed ecco, una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni, gli si avvicinò alle spalle e toccò il lembo del suo mantello. 21Diceva infatti tra sé: «Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò salvata».

22Gesù si voltò, la vide e disse: «Coraggio, figlia, la tua fede ti ha salvata». E da quell’istante la donna fu guarita. 23Arrivato poi nella casa del capo e veduti i flautisti e la folla in agitazione, Gesù 24disse: «Andate via! La fanciulla infatti non è morta, ma dorme». E lo deridevano. 25Ma dopo che la folla fu cacciata via, egli entrò, le prese la mano e la fanciulla si alzò.

26E questa notizia si diffuse in tutta quella regione. 27Mentre Gesù si allontanava di là, due ciechi lo seguirono gridando: «Figlio di Davide, abbi pietà di noi!». 28Entrato in casa, i ciechi gli si avvicinarono e Gesù disse loro: «Credete che io possa fare questo?». Gli risposero: «Sì, o Signore!». 29Allora toccò loro gli occhi e disse: «Avvenga per voi secondo la vostra fede». 30E si aprirono loro gli occhi.

Quindi Gesù li ammonì dicendo: «Badate che nessuno lo sappia!». 31Ma essi, appena usciti, ne diffusero la notizia in tutta quella regione. 32Usciti costoro, gli presentarono un muto indemoniato. 33E dopo che il demonio fu scacciato, quel muto cominciò a parlare. E le folle, prese da stupore, dicevano: «Non si è mai vista una cosa simile in Israele!».)

(Matteo 10. 7-8): Gesù disse: 7Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. 8Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date.)

Senza fede è impossibile piacere a Dio. Il Signore incoraggia i suoi discepoli a predicare la sua Parola strada facendo, e offrire il loro aiuto e far partecipe della Grazia donatagli a gli altri. Questo ci fa capire che la nostra fede va insieme alle opere, esse sono il suo frutto. Dio conosce i cuori, le guarigioni sono legati all’amore fedele che abbiamo verso il Signore.

Questa Grazia viene spesso scambiata per merce; per esempio si chiede di pregare per i propri problemi o sofferenze, senza coinvolgere sé stessi ad avvicinarsi al Signore. Dio è “Misericordioso è ascolta le preghiere dei suoi figli, ma Lui ha piacere che ogni individuo personalmente si avvicini con fiducia a Lui. La preghiera più importante è quella della guarigione dell’anima. Perché se “essa trova comunione con Dio guarisce anche il suo corpo. L’uomo si preoccupa del malessere del corpo senza preoccuparsi delle sue origini.

Dio vuole guarire le cause della malattia, per fare in modo che essa non ritorni. È giusto pregare per tutto e tutti, ma dobbiamo insegnare a gli uomini ad avvicinarsi loro stesso al dottore Gesù, a leggere la Sua Parola e crescere nella sua conoscenza, per imparare a fidarsi di Lui ciecamente. Non penso che i genitori sono felici se la loro creatura cerca di comunicare con loro per mezzo di amici e conoscenti, e per di più se si trova in difficoltà!

È chiaro che essi cercano di aiutarlo anche per mezzo di altri, ma quello che si aspettano è che esso stesso viene a loro, o almeno li cerchi di contattare. Cosa disse Gesù ai suoi “discepoli? “Chi mi ama mi segue! Quelli che il Padre mi dà “vengono a me! Per potersi chiamare seguaci di Cristo bisogna amarlo ed avere una comunione diretta con Lui, e se lo amiamo veramente siamo disposti a seguirlo ovunque, anche attraverso le sofferenze.

Spesso si ha un’idea sbagliata del percorso “cristiano! Si pensa che nella sua vita tutto dovrebbe andare liscio, perché si è in buone mani. Ma questa fantasia non consiste con la realtà. La differenza fra un cristiano e l’incredulo non consiste nel soffrire di più o di meno; ma come essi trasportano il peso delle loro sofferenze, da soli o aiutati da un Potente Salvatore? Il vero cristiano è colui che conosce il suo Creatore e anche il suo Pastore.

Per conoscerlo bisogna aver sperimentato chi Lui è, e come “Opera, e questo avviene per mezzo della fede e la comunione con Gesù, specialmente nelle prove. Quindi le prove sono un insegnamento importante per crescere nella fede e conoscere sempre di più il nostro Creatore e Salvatore. Questa è la via della guarigione dell’anima e del corpo, essa diventa “fonte di Sapienza Divina, quella che ci serve per poter essere Luce in mezzo alle tenebre, e splendere e illuminare anche il cammino di chi ci circonda.

La vera guarigione è quella che avviene nell’anima. L’uomo che è separato da Dio è malato, perché la sua anima vive nelle tenebre ed è vittima di incertezze e paure, questi “sintomi non spariranno se “esso stesso non si avvicina a Dio con fede verace. La preghiera fatta per loro chiama Dio ad intervenire in loro aiuto, ma la guarigione avviene quando l’individuo stesso si riconosce peccatore e bisognoso del Suo perdono per mezzo di Gesù Cristo.

Come cristiani siamo chiamati a far del bene a tutti a secondo le nostre possibilità, ma in prima linea il nostro compito affidatoci dal Signore è quello di “Evangelizzare le anime. Di predicare la Parola di Dio, e dare loro la possibilità di venire a conoscenza della “verità, e della via che porta alla salvezza e la guarigione completa, altrimenti non adempiamo la volontà del Padre che ci ha chiamati a seguirlo e servirlo secondo verità, non come ci pare meglio a noi.

Ci vogliono anni di esperienze perché il Signore può prepararci al compito che ci vuole affidare, ci mette prima alla prova. Le prove sono un letto di rose con tante spine, esse provocano dolore e ferite, ma se sperimentiamo i loro colori e respiriamo il loro profumo ci accorgiamo che sono un toccasana per l’anima. Quando si ci trova in mezzo si vuole solo uscirne e basta.

Ma se portiamo fedelmente la nostra croce sapendo che il suo peso non è paragonabile con il premio futuro, essa cambia aspetto. Le sofferenze spesso ci spingono a chiedere aiuto, e colui che ci aiuta diventa nostro amico fidato. Sono pochi a vedere e soccorrere le sofferenze altrui, ma solo coloro che hanno amore per il prossimo, esso li spinge ad agire e non girare la faccia dall’altro lato. Dio è amore e non può ignorare il grido di sofferenze delle sue creature, ma è pronto a venire in aiuto a tutti coloro che glielo chiedono.

Se l’uomo si rendesse conto che la sua malattia è il vuoto che lo separa dal suo Creatore, se la farebbe a gambe per corrergli fra le braccia, e non esiterebbe neanche un attimo. Non ci penserebbe neanche di “Contattarlo per mezzo di messaggeri, ma si affretterebbe a venire a Lui personalmente. Dio conosce i nostri cuori e opera a secondo di come lo amiamo.

1) LA GUARIGIONE DALLA MALATTIA (LICHEN RUBER PLANUS).

Qui descrivo la mia testimonianza di una guarigione ricevuta da Gesù. Era la primavera del 2008, la giornata era invitante per svolgere i primi lavori in giardino, e mentre ero intenda a strappare delle erbe, ad un tratto mi son sentita pungere ad un braccio. Nonostante abbia guardato attentamente, non ho potuto vedere cosa sarebbe stata la causa.

Il dolore si diffuse veloce in tutto il braccio, mi pungeva e bruciava come se degli aghi si infilzassero in esso. Ho smesso subito il lavoro e sono andata a lavarmi e disinfettarmi. Il dolore non era sempre uguale, a volte bruciava e a volte pungeva e mi provocava un gran prurito. Nonostante le cure non c’era miglioramento.

Poi mi sono decisa di andare dal dottore, che non ha potuto diagnosticare niente, mi ha consigliato di prendere alcune pastiglie per il prurito, e delle creme da spalmare. Ma tutto questo non è servito a niente. Il prurito si diffondeva piano piano in tutto il corpo. Era impossibile resistere ad esso, mi grattavo fin a strapparmi pelle. L’estate era ormai vicina, e l’unica speranza era di andare un po’ al mare, forse mi sarebbe stato di aiuto.

Dopo un periodo trascorso al mare mi sembrava che il prurito si fosse calmato un po’. Infine sono tornata alla vita di ogni giorno, e la situazione incominciò a peggiorare velocemente. Mi grattavo senza sosta, provocandomi anche profonde ferite, quei sintomi insopportabili erano proprio una strana sensazione.

Mi sembrava di avere degli insetti sotto la pelle, si manifestavano come dei vermi sottocutanei, vedevo delle linee rosse che si allungavano, poi incominciavano a pungere e bruciare come il fuoco. Non potevo resistere a quel bruciore, dovevo grattarmi di continuo. Questo era di certo negativo all’estendersi della malattia, ma era impossibile stare fermi.

Dopo alcune cure inutili, mi sono decisa di andare da uno specialista della pelle. Furono fatti tutti gli accertamenti, e mi fu diagnosticata una rara malattia, il suo nome è:(Lichen ruber planus), che secondo la medicina non è guaribile completamente. Con le cure appropriate si possono avere dei miglioramenti, ma devono essere ripetute di tempo in tempo, a secondo il fabbisogno.

Anche queste cure non portarono a nessun miglioramento; e così andai da un altro specialista all'ospedale universitario di Zurigo. Dopo aver fatto anche loro tutti i testi necessari, la diagnosi fu la stessa, mi ordinarono alcune creme a base di cortisoni, e una terapia di raggi “ultravioletti:(strale terapie). Nel frattempo il mio corpo si era cosparso di piaghe sanguinanti.

Era veramente doloroso sopportarli, a tal punto che a volte pensava che era meglio privarmi degli organi colpiti che sopportare tutto ciò, mi sembrava che quel dolore fosse più insopportabile di un’amputazione, o almeno così lo intuivo. Le piaghe si erano ormai diffuse ovunque, e mi grattavo e sanguinavo da capo a piedi. Nonostante la mia fede, il morale incominciava a crollare, pensavo che ormai non ne sarei venuta più fuori da quel dramma.

Il mio corpo era diventato una piaga unica, solo il volto e il seno ne erano rimasti illesi. Ero ormai torturata ventiquattro ore su ventiquattro. Ero costretta a lavarmi e cambiarmi spesso i vestiti, a causa dell’igiene e delle ferite ma anche delle macchie di sangue. Prima di andare a letto dovevo ungermi di quelle creme e avvolgermi in lenzuola di cotone, che ogni giorno dovevano essere cambiati.

A fatica provavo a prendere un po’di sonno, ma si può immaginare come? Oltre alla malattia che mi succhiava le poche forze che mi restavano, si aggiungeva la stanchezza del sonno. Questa penitenza ormai durava da diverso tempo. Non avevo un’altra via di uscita che quella di continuare le cure e anche la terapia. Non mi restava altro che sopportare e sperare, ed andare avanti. Nonostante le cure, sembrava che la malattia si espandesse invece di guarire, infine persino la palma delle mani si erano riempiti di piaghe.

Facevo fatica a sbrigare anche le faccende di ogni giorno, ma purtroppo ero costretta a farlo anche con le mani sanguinanti, perché non avevo un aiuto a disposizione. I giorni e i mesi trascorrevano lentamente per me, e pian piano ci avvicinavamo al S. Natale.

Era la sera del dodici dicembre che ho pensato di farmi un bagno allo zolfo, perché pensavo che mi avrebbe fatto bene, e sono rimasta per un bel periodo in quell’acqua calda e piacevole, mi sembrava di darmi un senso di sollievo. Ero talmente serena di godermi quel bagno piacevole, che non mi ero accorta di quello che avveniva al mio corpo. Uscii dall’acqua e incominciai ad asciugarmi, e solo allora mi accorsi che alcune membra avevano cambiato aspetto; i piedi e le mani si erano ingrossati e sembravano delle rane.

A veder ciò mi spaventai oltremodo e in più ero da sola, i bambini erano già a letto, ma poi erano piccoli, cosa avrebbero potuto farmi? telefonai alla persona più vicina, descrivendogli la situazione, ma lui mi rispose che non poteva aiutarmi perché la mattina dopo doveva partire per le ferie, e che non poteva rimandare perché era già tutto pagato, e non gli avrebbero fatto i rimborsi. Non mi restava che tranquillizzarmi e pregare.

Dopo di ciò sono andata a dormire, la mattina dopo il gonfiore delle mani e dei piedi era migliorato. Era il giorno tredici dicembre, in mattinata ricevetti una telefonata da un fratello in Cristo, che mi invitò alla cena degli italiani per la festa di Natale. Veramente non ero disposta ad accettare quell’invito a causa della malattia, ma anche per il morale che mi affliggeva particolarmente in quel periodo. Gli risposi che non avrei potuto accettare il suo invito, ma lui insistette, così mi decise di andare ugualmente.

Era la sera del 14. 12. 2008. Alla festa incontrai i miei fratelli e sorelle in Cristo che già conoscevo, quegli incontri mi adempirono di gioia, e così almeno per quelle poche ore uscii dal mio dramma. Abbiamo parlato del più e del meno, delle esperienze di fede ma anche quelli di ogni giorno. A me non è mancata l’occasione di raccontargli il dramma che stavo vivendo, ci sono stati sentimenti di comprensioni e conforto ecc. Ero felice di poter parlare finalmente con qualcuno che mi ascoltasse con comprensione.

Conobbi anche una giovane signora di nome “Betania che veniva dall' America latina, gli raccontai della mia malattia, poi lei mi guardò le ferite e mi disse: e grave, ma il Signore può tutto, ti guarirà di certo. Poi lei continuò a raccontarmi di una sua esperienza di guarigione. E mi disse: << anche io sono stata guarita dal cancro attraverso la fede in Gesù Cristo. I dottori mi avevano dato poco tempo di vita, ma io e tutta la mia famiglia e la chiesa abbiamo pregato intensamente con fede.

Mi raccontava che i suoi famigliari avevano una pianta di ulivo davanti casa, e sembrava ormai essere secca. Loro hanno chiesto al Signore un segno della sua guarigione. Chiesero al Signore “che se quella pianta di ulivo si sarebbe “rinvenuta e ritornata in vita, e sarebbe fiorita, “sarebbe stato un “segno che la loro figlia e sorella Betania sarebbe stata guarita. E così avvenne, dopo brevissimo tempo quella pianta di ulivo si è rinvenuta e ha incominciato a fiorire.

Per loro era chiaro che la loro sorella e figlia sarebbe guarita “completamente. Dopo breve tempo lei ha incominciato a sentirsi meglio, lo specialista che la curava ha potuto “affermare la sua guarigione dal cancro, e che le cellule malate non esistevano più. E quindi non c’è stato bisogno di nessun intervento di Chemioterapia.

La malattia da quando mi è stato riferito non è più ritornata. Lei mi tocco le braccia piene di ferite e disse:<< credo che è veramente doloroso e fastidioso per te tutto ciò, “ma non preoccuparti Gesù ti guarirà di certo. Io pregherò e digiunerò per te >>, la ringraziai di cuore di quello che mi aveva raccontato, e l’incoraggiamento offertomi. Poi ci salutammo con un abbraccio.

Ritornata a casa andai a letto perché ormai era già tardi. La mattina seguente mi svegliai molto tranquilla, ero strana e non sembravo più neanche la stessa persona, ignoravo completamente i dolori e le piaghe che mi affliggevano, mi sembrava che non fossero rilevanti. Poi incominciai a guardarle e mi sembrava una cosa normale avere quelle piaghe, non li vedevo più come un male o una sofferenza, ma come un regalo per me.

Esse mi portarono lontano nel tempo indietro, e incominciai a immaginarmi quanto il mio Salvatore Gesù Cristo avesse veramente sofferto per me e per noi, quanti umiliazioni colpi e ferite gli sono stati inflitte innocentemente. Lui non aveva commesso niente di male, anzi aveva fatto solo del bene a chiunque gli si avvicinava. Lui non meritava tanto male e tante sofferenze; eppure li ha sopportate per amor nostro. Mi sentivo invasa da una forza soprannaturale, ero adempiuta di una pace e una gioia infinita.

Non vedevo più le mie ferite e non avvertivo neanche i dolori, quella forza soprannaturale che mi adempiva era più forte di ogni sofferenza. Mi sentivo solo felice! Avevo solo una gran voglia di Lodare e Glorificare il Signore per tutto quello che aveva “Adempiuto per noi ma anche per i miei peccati. Incominciai a ringraziarlo di quello che aveva lasciato nella mia vita, e della forza che mi dava ogni volta che mi trovavo in qualche prova, e come mi conduceva fuori illesa.

Continuando a Glorificarlo e ringraziarlo anche di questa malattia, e che essa non era un castigo per me, ma una medicina per la mia anima, una prova per rafforzare la mia fede. E mentre lo Lodavo accarezzavo il mio corpo disseminato di piaghe come un suo regalo. Vedevo tutto ciò, non più come qualcosa di straziante e doloroso, disgustante e fastidioso, ma come un decoro sul mio corpo.

Ringraziavo e Glorificavo Dio in Gesù Cristo, di essere venuto a Salvarci dalle pene e le sofferenze dell’inferno, e di aver sofferto al nostro posto. Lo ringraziavo dal profondo del cuore, per tutto quello che aveva sofferto per tutto il “Mondo, e per me personalmente. Mi sentivo avvolta da un’atmosfera paradisiaca, ero adempiuta di una felicità indescrivibile, il mio cuore e la mia bocca erano pieni di Lode.

Vedevo e avvertivo solo il mio amato Salvatore, e continuavo a ringraziarlo per tutte le mie sofferenze e le piaghe. Gli ero riconoscente di tutto quello che aveva “Adempiuto per me, ma anche di avermi amato e protetto sin dal seno materno, gli ero grata di tutte le prove che mi aveva lasciato sperimentare, e di come “Gloriosamente me ne aveva liberato.

La Sua presenza adempiva ogni angolo intorno a me ma soprattutto il mio cuore, e non potevo far altro che continuarlo a Lodare ad alta voce, questo fuoco d’amore era più ardente del bruciore delle mie ferite. Pensavo fra me: << se il nostro Signore ha sofferto così tanto per colpa nostra, e per colpa mia, sarebbe anche giusto che io soffrisse per le mie stesse colpe! Le sofferenze che mi aveva lasciato sperimentare nella mia vita non erano un castigo, ma solo una grande “Benedizione.

Esse sarebbero servite a guarire la mia anima, a formarmi ad immagine del nostro Eroe Gesù Cristo! Quindi non cera motivo di lamentarmi, ma di Lodarlo. Il modo di vedere la sofferenza non è cambiato con il passar del tempo ma si è rafforzato. Il mio sguardo non era rivolto verso il debole ma verso il forte, “Gesù mio Salvatore. Ormai ero pronta a vivere tutto questo per amor suo.

Dietro a questa Lode non c’era nessuna aspettativa “verso Dio da parte mia! Non lo lodavo perché volevo la guarigione a tutti i costi, anzi non mi interessava se mi avrebbe guarito o meno; io mi sentivo felice e serena nella sofferenza, ero adempiuta della sua forza e dal “suo amore, e questo mi bastava. La sua presenza in me era più forte dei dolori che invadevano il mio corpo.

Mi raffiguravo un po’ al servitore di Dio, Giobba. Anche lui verso la fine delle prove che gli erano state inflitte, ebbe una grave malattia della pelle, e si grattava giorno e notte con un coccio, aspettando la fine dei suoi giorni. “Anche lui infine si era arreso e rendeva Gloria al Signore. Giobbe in tutte queste terribili prove non si ribellò mai verso Dio, ma gli dava onore nonostante tutto, e si sottometteva alla Sua Maestà.

Incominciai anche io a vederla un po’ allo stesso modo, pensavo fra me: << chi sei tu che pretendi da Dio un miglioramento, cosa gli offri in cambio? Così le mie preghiere non si basavano tanto più sul chiedere, ma sul dargli Gloria. Ero talmente intenda a Lodarlo che non mi ero accorta che il prurito era indietreggiato, e le ferite invece di aprirsi si chiudevano è guarivano pian piano.

Questo era chiaramente un motivo in più di dargli Gloria. Vivevo momenti di intensa pace e serenità, anche se i dolori e il prurito non erano del tutto scomparsi, ma solo alleggeriti. Sentivo dal profondo del cuore che il Signore Gesù mi aveva guarito, e che nonostante i sintomi ancora presenti, la malattia era destinata a scomparire per sempre.

Il sentimento che provavo in quei giorni, era come se fosse passata da una fornace ardente ad una sorgente di acqua viva e rinfrescante. Abbiamo festeggiato il S. Natale; e tre giorni dopo sono andata dal dottore per un controllo. Mi chiese di mostrargli le mie braccia, che di solito erano piene di piaghe. A guardarle rimase perplesso, e mi disse: << lei sta guarendo>> io gli risposi: << lo so, Gesù mi ha guarito>>.

Continuai a dire, “lei è il dottore terreno, e non è altro che un attrezzo nelle mani di Dio. Quindi Dio opera per mezzo di lei, oppure senza. Gesù è il mio vero dottore che lo creda o meno, e Lui mi ha guarito. Il dottore mi ha guardato per un attimo, e poi con un sorriso mi ha risposto che quello che avevo detto era vero. Con il tempo i sintomi della malattia si indebolivano sempre di più, ero certa che ero stata guarita.

Le ferite incominciavano a guarire e scomparire, ma nonostante ciò decisi ugualmente di continuare la terapia per ancora circa tre mesi, come ci eravamo messi d’accordo all’inizio con il dottore. Secondo gli specialisti avrei dovuto continuare questa cura più a lungo, e poi riprenderla di tanto intanto, perché la malattia non era guaribile del tutto.

Ma grazie al mio grande amato Padre in cielo in Gesù Cristo, fino ad oggi la malattia non è più ritornata. I sintomi non sono scomparsi completamente subito, avevo la sensazione che il virus lottava con il mio corpo. Li Avvertivo anche dopo la fine della terapia, essi si sono prolungati per un paio di anni, ma solo di raro e minimamente, e piano piano sono scomparsi del tutto.

Ogni volta che sentivo i sintomi, andavo in preghiera e ringraziavo e lodavo il Signore di tutto e della guarigione ricevuta, dicendo:<< io lo so “o mio Signore che Tu mi hai guarito, e hai scacciato questo male dal mio corpo >>. E questo facevo ogni volta di seguito. Ma io ormai credevo fermamente senza dubiti alla guarigione ricevuta miracolosamente dà Gesù Cristo mio Salvatore.

Le conseguenze che questa malattia aveva lasciato, erano le tante cicatrici su tutto il corpo, persisteva il rischio che esse fossero rimaste visibile a lungo tempo o per sempre, e questo me lo aveva detto anche il dottore. Ma a distanza di tre mesi circa dalla guarigione miracolosa, i segni delle ferite erano quasi irriconoscibili, e con il tempo sono spariti completamente.

Mi mancano le parole per ringraziare il mio caro Salvatore Gesù, per tutto quello che ha fatto per me e la mia famiglia. Io non sono degna di tutto questo amore e misericordia, non merito tutto ciò; Ma è un regalo del Suo amore e della sua fedeltà.

2) TESTIMONIANZA DI GUARIGIONE ...

il Signore mi ha riportato in mente un episodio vissuto diversi anni fa. Mentre pensavo e pregavo cosa avrei potuto testimoniare ancora al mondo, di quello che il Signore ha operato nella mia vita; e come un lampo mi è venuto in mente una:<<"Grazia ricevuta dal "Signore anni addietro>>. Erano gli anni ottanta, (fra l'anno 1983 / 84), a quei tempi non ero convertita veramente.

Ero cresciuta in una famiglia "religiosa cattolica, credevo a Dio e anche a Gesù, ma non avevo nessuna comunione verace con Lui. Non ero veramente consapevole cosa vuol dire essere una "cristiana vera, non mi era mai stato spiegato cosa vuol dire essere una “seguace di Cristo, oppure la necessità di convertirsi. E perciò non avevo ancora preso la decisione di "seguire Cristo consapevolmente e come ci insegnano le scritture.

Non avevo ancora affidato a Lui realmente e consapevolmente la mia vita. Vivevo da religiosa come è di solito fare; anche se avvertivo di continuo un vuoto in me. Esso mi indicava la mancanza del Signore nella mia vita, ma mi sembrava un’ideale lontano, impossibile da raggiungere. Ma nonostante il mio stato di religiosa, Lui conosceva il mio cuore e non mi abbandonava. Anche se io non mi rendevo conto, il Signore mi stendeva di continuo la "sua mano. Ero madre di un bel bambino sano e molto vivace.

Un giorno mi sono accorta della presenza di alcuni brufoli strani sull’occhio sinistro, sembravano delle minuscole "verruche, ma al momento non ci diede peso, pensavo che fosse una cosa passeggera. Man mano che passava il tempo esse si moltiplicavano come un'invasione. Il dottore accertò quel virus come («verrucale planea yuveniles); nonostante le medicine che gli aveva assegnato la situazione non migliorava ma peggiorava. Esse si espandevano anche verso la fronte e la guancia tutto intorno, persino a dar fastidio all’occhio.

Io incominciai ad essere veramente preoccupata, non sapevo cosa fare, perché ogni cura si manifestava inutile. Mi chiedevo cosa fossero le cause di quel virus e come poterlo guarire? Un giorno abbiamo ricevuto un invito da certi cari amici, ci hanno invitato ad una cerimonia evangelica, che si svolgeva nella città più vicina, io ripeto non ero ancora convertita, e quindi non avevo una comunione diretta con Dio per mezzo di Gesù.

Ero anche ancora legata alla religione cattolica, e non ero attratta di andare a quell’invito. Ma poi per non offenderli siamo andati, e abbiamo portato con noi il bambino, esso aveva l’età di due anni circa. Verso la fine della predica il "predicatore (Sigfrid Müller / karlsruhe-DDr), ha pregato per gli ammalati, e "spinto dallo "Spirito "Santo a pronunciare alcuni casi effetti da malessere che si trovavano lì nell'aula, "pronunciò anche il» malessere del nostro bambino;<< dicendo queste parole: “il Signore Gesù ti ha guarito >>

Io ho avvertivo un forte impulso dentro di me, la voce dello "Spirito Santo mi ha fatto capire che quella preghiera di guarigione era diretta al mio bambino. Gloria al nostro “Grande Iddio YHWH- per mezzo di Gesù Cristo, perché solo Lui è degno di ogni Gloria, l’onore e la preghiera è dedicata solo a Lui, perché è l’Unico che n’è degno.

Io ho creduto al miracolo “compiuto dal Signore, e con gioia e fede ho lodato ad alta voce in mezzo alla folla il "Signore. I giorni seguenti si poteva vedere come quell'invasione di "verruche "seccavano e sparivano, senza nessun intervento "umano. Il bambino è guarito "completamente, il male non è mai più tornato.

A NOSTRO PADRE IN CIELO APPARTIENE LA GLORIA…

LA LODE E LA PREGHIERA IN ETERNO IN CRISTO GESÙ...